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Sarno, ordinanza del sindaco contro l’impianto di rifiuti di via Ingegno Provincia Provincia e Regione 

Sarno, ordinanza del sindaco contro l’impianto di rifiuti di via Ingegno

«Difformità che possono compromettere l’ambiente e la salute delle persone» Il sindaco Giuseppe Canfora emana un’ordinanza contro l’impianto di rifiuti di via Ingegno.
La scia puzzolente di putridume che sta inondando la città di Sarno, specie nella parte nord-ovest del territorio, è diventata insopportabile. L’odore nauseabondo che fuoriesce ben oltre il perimetro aziendale di una nota ditta dell’area Pip, giungendo fino all’ospedale “Martiri di Villa Malta” e al centro di Sarno, ha scatenato le ire di gran parte della popolazione.
Il fenomeno odorigeno, di dubbia entità, è stato oggetto di ispezioni anche dell’Agenzia regionale perla Protezione Ambientale, l’Arpac. In ripetute ispezioni, i tecnici hanno evidenziato possibili illeciti di natura penale ed illeciti di natura amministrativa legati alla violazioni delle prescrizioni normative in materia.
Tra scarichi non autorizzati e sistemi di abbattimento degli odori carenti, considerati dall’Arpac come difformità «Che possono compromettere l’ambiente e la salute delle persone» il Primo cittadino di Sarno ha sottoscritto un’ordinanza sindacale nei confronti dell’impianto di rifiuti PRT, notificando l’atto ai proprietari dell’impianto nonché alla Prefettura di Salerno, alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, all’Asl Salerno e alla Regione Campania.
In particolare, all’azienda PRT è strato ordinata: la chiusura immediata degli scarichi abusivi riportati nella relazione dell’Arpac , la pulizia dei pozzetti e delle linee di scarico,l’installazione del setto separatore tra la parte destinata al deposito temporaneo dei rifiuti , l’applicazione totale della cosiddetta BAT 37, al fine di captare ed eliminare tutti gli effluenti gassosi odorigeni e le emissioni odorigene, la riduzione della rumorosità ambientale nei limiti previsti dalla normativa vigente, l’eliminazione di tutte le difformità e le violazioni del Decreto Dirigenziale, delle autorizzazioni regionali e delle BAT indicate dall’Arpac nella relazione.

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